Come la tecnologia sta cambiando la vita di tutti i giorni? In che modo il design influenza la vita umana? È in atto un’ideologia della comodità che spinge l’uomo a manipolare gli oggetti a proprio uso e piacimento per essere così più comodo nel suo vivere quotidiano? Sono alcune delle domande a cui hanno provato a dare risposta nella serata di giovedì 15 settembre, lo storico del design Emanuele Quinz e l’antropologo Stefano Boni, nel loro “dialogo sul comfort tra antropologia e storia del design”, tema dell’incontro pubblico della XV edizione della Summer School del Cespec andato in scena presso il Rondò dei Talenti, a Cuneo, esaurito in ogni ordine di posto, a testimonianza del successo dell’iniziativa. Oggi, venerdì 16 settembre, nella sua giornata conclusiva, la Summer School si sposta in Fondazione Casa Delfino (corso Nizza, 2). In programma due appuntamenti: dalle 9.30 si terrà un workshop a partire dal libro di Paolo Godani (Università di Macerata) dal titolo “Il corpo e il cosmo”, mentre nel pomeriggio si svolgerà la quinta e ultima sessione seminariale, epilogo della manifestazione. La partecipazione agli appuntamenti della Summer è gratuita su prenotazione, fino ad esaurimento posti, scrivendo a centrostudi.cespec@gmail.com. Il programma è visionabile sul sito Internet www.cespec.it e sulla pagina Facebook @cespecufficiale.
“Viviamo in un periodo in cui abbiamo spinto la potenza tecnologica in maniera poco consapevole e cominciamo un po’ a subirne le conseguenze – ha evidenziato Stefano Boni -. È urgente non rifiutare tutta l’ipertecnologia, non rifiutare la comodità, ma cominciare un serio e profondo processo di messa in discussione di quali sono gli aspetti critici che abbiano troppo a lungo ignorato”.
Concetti ripresi anche da Emanuele Quinz: “La comodità è una questione assolutamente fondamentale. C’è una ideologia della comodità che ci spinge a cercare la comodità ed il design è uno dei mezzi per trovarla. Oggigiorno abbiamo una comodità che passa attraverso una manipolazione sempre più facile degli oggetti, fisica, una riduzione di tutte le forme di conflitto psicologico e, perché no, una coscienza pacificata dal punto di vista etico. Invece forse questo rende tutto troppo liscio e le asperità al contrario sono qualcosa di assolutamente stimolante e di cui abbiamo bisogno per metterci sempre in gioco”.
Gli appuntamenti odierni si apriranno alle 9.30 orario di avvio del workshop a partire dal libro di Paolo Godani (Università di Macerata) dal titolo “Il corpo e il cosmo”. Oltre all’autore, moderati da Emanuele Dattilo, interverranno come relatori Francesco Di Maio (Università di Bologna/EHSS, Parigi/Centro Marc Bloch, Berlino), Rita Dodaro (Università della Calabria/Freie Universität Berlin), Laura Ercoli (Università di Tolosa), Ivan Quartesan (Università di Torino), Piero Santoro (Sorbonne Université), Francesco Scollo (Università di Torino). Nel pomeriggio, dalle 15.30, si tiene la quinta e ultima sessione seminariale. Animeranno l’incontro, moderati da Gemma Serrano (Collège des Bernardins), Cesare Pagazzi (Istituto Giovanni Paolo II) con “Sentirsi a casa nel mondo. Un altro modo per dire la fede”; Alessandro Calefati (Università della Calabria) con “Sul tecno-animismo. Onto-poliche della robot culture giapponese”; Luigi d’Anto (Università di Napoli “Federico II”) con “Monastero, Leviatano, Panopticon e rete – quattro forme dell’abitare”.