“La cronaca quotidiana locale ci consegna innumerevoli esempi di proliferazione incontrollata della fauna selvatica, con cinghiali che scorrazzano indisturbati sui viali centrali delle nostre cittadine e sulle arterie extraurbane o di lupi che con i loro attacchi colpiscono mandrie e greggi non più soltanto in zone pedemontane o collinari, ma anche in pianura. Tutto questo non è più tollerabile perché si traduce in gravi rischi all’incolumità dei cittadini e in danni molto ingenti alle aziende agricole”. Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo, torna a denunciare con forza l’insostenibilità della presenza fuori controllo di selvatici in provincia e, in generale, su tutto il territorio piemontese.
I problemi sono di varia natura e ben noti, ma a mancare sono delle soluzioni concrete. Tutto questo mentre sul territorio continua ad incombere il rischio reale di espansione della Peste Suina Africana. “Il vaso è colmo e lo è da un pezzo ormai – attacca Allasia –; il numero complessivo di cinghiali abbattuti in Piemonte a fine ottobre per contrastare la PSA supera di poco le 10mila unità, un numero ben inferiore ai 55mila che si è data la Regione da abbattere entro l’anno e, intanto, tra gli allevatori cresce la paura. Vanno ricercate con urgenza tutte le soluzioni praticabili per arginare un’emergenza che non è risolta, anzi con il passare del tempo diventa più seria. Se non vogliamo mettere a repentaglio il futuro della filiera suinicola provinciale e regionale occorre agire con maggiore determinazione”.
Ora che il nuovo ministro Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, si è insediato alla guida del dicastero, Confagricoltura Cuneo auspica un sempre maggior confronto sull’annoso tema dei danni provocati dalla fauna selvatica alle coltivazioni e agli allevamenti: “Oltre a rivedere, come detto più volte, la legge 157/92 che tutela la fauna selvatica e disciplina l’attività venatoria in Italia, occorre andare oltre il regime del de minimis sugli aiuti di Stato nell’ambito del sistema di indennizzi alle imprese con tutti i limiti da esso imposti. Gli agricoltori che subiscono dei danni provocati da selvatici hanno il sacrosanto diritto ad ottenere un risarcimento pieno di quanto perso e in tempi consoni: troppa l’attesa media di 2-3 anni per la liquidazione da parte di ATC e CA”, conclude Allasia.