Confindustria Cuneo e Arproma/Confartigianato sono salgono sul palcoscenico della 35a Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola di Savigliano, per protestare contro l’impossibilità di poter certificare in Italia alcuni tipi di macchine agricole in produzione. Questa mancanza penalizza, soprattutto, le PMI italiane costruttrici che esportano all’estero, dove è requisito indispensabile avere certificazioni di funzionamento e di sicurezza di ogni singola macchina. Inoltre la mancata valorizzazione delle certificazioni si evince anche dall’assenza, nei nuovi PSR (Piani Sviluppo Rurale), di maggiori punteggi per le macchine certificate. Nonostante gli sforzi compiuti dagli enti preposti, come Enama e CNR-IMAMOTER, sarebbero necessari nuovi investimenti per sviluppare le attività di prova e certificazione in alcuni settori merceologici. Occorrerebbe, oltre al resto, dare concreta attuazione al “decreto del fare” al fine di snellire e rendere più efficaci le procedure di omologazione e certificazione.
“Nel mercato internazionale delle macchine agricole oggi è sempre più premiante il possesso di certificazioni di buon funzionamento – spiega Duilio Paolino, vice presidente di Confindustria Cuneo, presente con il direttore dell’associazione degli industriali cuneesi, Giuliana Cirio, all’inaugurazione della Fiera di Savigliano di cui la Confindustria di Cuneo è official sponsor -. Purtroppo, però, le aziende italiane sono svantaggiate rispetto alle loro competitors internazionali, perché sono costrette a rivolgersi ai centri di certificazione esteri, dove oltre alle difficoltà logistiche e ai costi supplementari, rischiano di venire ‘derubate’ del loro patrimonio di innovazione tecnologica. Questa situazione crea una minore competitività dei manufatti italiani, impossibilitati a competere con l’offerta estera, anche in ragione della dimensione medio-piccola delle aziende produttrici italiane rispetto ai colossi d’oltralpe. In questo modo le pmi italiane, pur avendo ottime idee, rimango al palo perché prive degli strumenti idonei a svilupparle. La domanda che poniamo a chi di dovere è che cosa intende fare per aiutare le aziende italiane a innovarsi, tutelarsi e crescere?”.
I costruttori di macchine agricole italiani si chiedono da sempre come mai non esiste un centro, anche regionale, organizzato per rilasciare certificazioni conformi alle direttive comunitarie e internazionali, in grado di tutelare sia i costruttori che gli acquirenti. In Italia, infatti, sono operativi alcuni centri ma sono abilitati a rilasciare certificazioni solo per determinate tipologie di attrezzature e comunque mai in modo completo, in quanto vengono certificate la sicurezza e la conformità ma non l’efficienza di lavoro, come richiesto dalle normative in vigore negli altri Paesi europei.
“La materia della certificazione delle macchine agricole è da sempre argomento di grande discussione e attenzione – aggiunge Luca Crosetto, presidente di A.R.PRO.M.A. (Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole) -. Rispetto ad altri settori, è indubbiamente molto difficile impostare un modello standardizzato di certificazioni, stante l’alto numero e la grande varietà di modelli che vengono realizzati. Del resto, proprio la nostra provincia si attesta tra le prime a livello italiano in termini di produzione, occupazione e fatturato, e le decine di piccole e medie imprese, per lo più artigiane che rappresentano il comparto, necessiterebbero realmente di un supporto strutturato che le possa seguire anche nelle fasi di attestazione. Con la sicurezza non si può tralasciare nulla, e le imprese vogliono poter lavorare seguendo i regolamenti in vigore, per realizzare macchine ‘a regola d’arte’ in grado di soddisfare clienti italiani e stranieri. Non deve stupire, infatti, che anche le realtà più piccole stiano avvicinandosi all’export e all’internazionalizzazione, dimostrando una lungimirante attenzione per la progettazione di macchinari che possano risultare sia sicuri e funzionali, sia ‘esteticamente accattivanti’. Vanno proprio in questa direzione le nostre attività (di cui si parlerà in due convegni organizzati in fiera) e la futura collaborazione con AgenForm Cemi (Centro Europeo Modellismo Industriale) per supportare le imprese anche nel campo nel design delle macchine. Confidiamo che il Governo e le Istituzioni sappiano cogliere questo appello come occasione per dare un segnale concreto al comparto e contribuire al rilancio di un settore che solo in Piemonte conta circa 250 aziende e 2.500 addetti, con un ulteriore indotto di quasi 5.000 unità”.