Venerdì 25 settembre alle ore 21, presso il Campo base di Valloriate, il “Nuovi Mondi” Festival 2020 incontra Fausto De Stefani, il primo alpinista italiano dopo Reinhold Messner ed il sesto al mondo ad aver scalato tutte le vette sopra gli 8.000 metri del mondo. Moderato da Roberto Mantovani in una serata dal titolo “Continuiamo a sognare” offerta da Montura, De Stefani non salirà sul palco tanto per raccontare i panorami e le emozioni indimenticabili che gli hanno regalato quelle montagne immense, quanto per sostenere la Rarahil Memorial School, la scuola per bambini a cui ha dato vita da alpinista a Kirtipur, cittadina nei pressi di Kathmandu. Dopo il terribile terremoto del 2015, infatti, ha fatto molto per sostenere le comunità nepalesi rimaste colpite. Alpinista, ambientalista e fotografo naturalista, De Stefani infatti è impegnato da tempo in organizzazioni non governative italiane ed internazionali che si dedicano alla sensibilizzazione dei temi legati alla sostenibilità del pianeta ed è il promotore del progetto in Nepal della Fondazione Senza Frontiere Onlus. A Valloriate viene a raccontare la sua storia di grande umanità e di rinascita, a regalare una lezione sull’importanza di saper coltivare i sogni, tanto nella vita che nell’alpinismo. Per partecipare è necessario prenotare il posto comprando il biglietto su www.eventbrite.it (6 euro). Il programma completo e aggiornato del “Nuovi Mondi” Festival 2020 è visionabile sul sito Internet ufficiale www.nuovimondifestival.it e sulla pagina FaceBook dell’evento.
Alle ore 18, prima di Fausto De Stefani, il “Nuovi Mondi” Festival dedicherà un appuntamento specifico al tema scelto per l’edizione di quest’anno – In Viaggio – proponendo i viaggi Verso mondi lontani compiuti a piedi da Va’ Sentiero, di corsa da Mandala Trail, a cavallo da Paola Giacomini, in monociclo da Marco Liprandi, in jeep da Aldo Viora, in canoa da Giuseppe Gigio Gallo e Alberto Pareti. Il viaggio, come la cultura, è relazione, richiamo, forza della curiosità, coraggio, ricerca e conoscenza. A intervistare gli ospiti saranno Sante Altizio e gli Alpinisti in Erba. Tante le domande sul tappeto. Cosa accomuna i viaggiatori e cosa li differenzia? Cambia il mezzo di trasporto, ma il valore della scoperta è lo stesso? E le motivazioni? Cosa vedono e chi scoprono a seconda dei paesaggi del loro viaggio. Cosa li ha spinti e, guardandosi indietro, lo rifarebbero?
A partire dalla 14,30, continua la proiezione dei film del Concorso Doc del “Nuovi Mondi” Film Festival, che propone 5 titoli della sezione Landscapes. L’ingresso alle proiezioni è gratuito fino a esaurimento posti.
Wood as a chance of existence (Daniele Zoico, Antonella Campisi, Italia, 2020, 7’) Trasportato su zattere dalle vette dei monti al mare, il bosco ha dato origine a una città leggendaria sospesa nel tempo; un ponte tra Oriente e Occidente, dove storia, cultura e leggende si stratificano nei secoli creando così una città unica al mondo. Nascosto nell’acqua, il bosco ha sempre sostenuto questa città, essendo l’unica vera possibilità di esistenza.
L’pranscondù (Loris Di Giovanni, Italia, 2020, 21’) La famiglia Riva, malgari piemontesi di antica tradizione contadina, vivono isolati nelle alte montagne sopra il paese di Ribordone, producendo formaggio. Il 27 agosto la famiglia partecipa alla celebrazione del 400° anniversario dell’apparizione della Madonna di Prascondù, un evento che riporta la famiglia a contatto con il mondo esterno per incontrare amici e parenti. Il regista ha immortalato i momenti della vita familiare.
Il cercatore di infinito (Federico Massa, Andrea Azzetti, Italia/Regno Unito, 2020, 47’) “Dio non mi chiederà quante montagne ho conquistato ma cosa ho fatto per gli altri”: questo il messaggio di Armando Aste, grande rocciatore, scomparso nel 2017. Il documentario mostra gli autori nei luoghi che hanno formato l’uomo e l’alpinista, andando all’origine della sua fede. La riflessione sui valori che ispirano la montagna si apre a una riflessione sull’uomo e i suoi limiti.
Sotto le stelle fredde (Stefano Giacomuzzi, Italia, 2020, 60’) Ambientato nella Carnia, può sembrare un’osservazione della vita in montagna, ma il microcosmo su cui si focalizza il film è il riflesso di una realtà piú ampia e un espediente per parlare della vita dell’uomo, del suo suo rapporto con gli animali, la natura e soprattutto con il tempo. Come ne ha scritto Franco Piavoli, si tratta di “un film che essenzialmente si affida alle immagini e al suono, ove appunto anche le parole sono suoni e musica della vita e del tempo che scorre ininterrottamente”
Il passo dell’acqua (Antonio Di Biase, Italia, 2019, 52’) Attraverso le storie di tre personaggi “antichi” (un pastore, una contadina devota, un pescatore) il regista ci immerge nei gesti e nei ritmi di un Abruzzo che appare sospeso fuori dal tempo. I personaggi ci appaiono avvolti in una sorta di incantamento, seguendo codici e rituali che parlano di una diversa relazione con la natura, gli animali e le stagioni.