Domenico Annibale, Presidente della Sezione Meccanica e Vice Presidente di Confindustria Cuneo con delega alle Relazioni Industriali, in riferimento allo sciopero unitario di quattro ore proclamato a livello nazionale da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil per mercoledì 20 aprile, che nella Granda prevede anche un presidio sotto la sede di Confindustria Cuneo, illustra la posizione degli industriali cuneesi:
“Prendiamo atto della manifestazione delle organizzazioni sindacali, tuttavia vogliamo dire chiaramente ciò che sta alla base della nostra proposta di rinnovamento contrattuale. Per farlo abbiamo deciso di non utilizzare i soliti tecnicismi burocratesi ma di utilizzare un linguaggio chiaro e semplice, che permetta a chiunque di comprendere con chiarezza quali sono i punti cardine della proposta di Federmeccanica. Negli ultimi anni tutti, lavoratori e imprenditori, hanno sofferto la crisi; nel settore sono stati persi circa 300 mila posti di lavoro e il 25% delle imprese ha chiuso oppure ha ridotto la propria attività. Questo ha un solo significato: lavoratori e imprenditori sono sulla stessa barca ed è sempre più necessario che si consolidi la collaborazione in quanto l’impresa è un bene comune e tutti devono contribuire alla sopravvivenza della stessa, che allo stato attuale, è sempre più difficile. Le nostre proposte sono concrete e finalizzate a migliorare i salari netti dei nostri collaboratori e a rendere le nostre imprese competitive con il resto del mondo che, negli ultimi trent’anni, ha progredito nella tecnologia e nelle relazioni sindacali, cosa che in Italia non si è riuscita a fare. Troppi legami al secolo passato limitano le possibilità di vedere il futuro come opportunità di sviluppo e crescita in un’ottica di competizione globale, che ci piaccia o no la realtà del mercato è questa. Il futuro delle imprese e dei collaboratori passa solamente tramite una nuova visione dei contratti e delle relazioni sindacali. Concretamente con la proposta di Federmeccanica il lavoratore avrà un salario mai inferiore al ‘minimo garantito’ e legato al reale costo della vita con aggiornamento annuale e stiamo proponendo incrementi di retribuzione con premi legati alla produttività ed ai risultati aziendali. La nostra proposta sui premi di risultato permetterebbe ai collaboratori di avere un salario netto più alto in quanto la tassazione del premio è del 10% anziché del 38%. Gli imprenditori del settore non hanno messo in discussione gli aumenti retributivi, anzi le nostre proposte porterebbero i nostri collaboratori, come detto, ad avere un salario netto più alto, concretamente il lavoratore avrà più soldi da spendere ma è necessario che la ricchezza si distribuisca là dove si produce. Questa è semplicemente una visione con un unico obiettivo: preservare i nostri collaboratori e le nostre imprese, e mi auguro che i sindacati sappiano cogliere quest’opportunità per modernizzare la loro visione della contrattazione e delle relazioni sindacali, il mondo cambia tutti i giorni e rimanere attaccati a concetti vecchi ormai più di mezzo secolo non aiuterà certamente a garantire un futuro né ai lavoratori attuali e tantomeno ai nostri giovani”.