Ristori urgenti soprattutto per chi sta già per chiudere, misure restrittive più mirate e meno generalizzate, scongiuri per evitare un altro lock-down, che sarebbe definitivo. Sono queste, in estrema sintesi, le richieste avanzate da 50 rappresentanti – numero contingentato come da autorizzazione della Questura – del mondo della ristorazione, delle strutture ricettive, dell’intrattenimento e dello spettacolo radunati da Confcommercio imprese per l’Italia della provincia di Cuneo questa mattina in piazza Galimberti a Cuneo per un pacifico flash-mob di protesta e di riflessione sulle conseguenze degli ultimi provvedimenti presi da Governo con il Dpcm del 25 ottobre, che di fatto mette l’intero settore nell’impossibilità pratica di lavorare a causa delle restrizioni negli orari di apertura. L’iniziativa, che rientra nella manifestazione #siamoaterra, lanciata in contemporanea a livello nazionale da Confcommercio – FIPE, ha visto arrivare nel capoluogo cuochi, baristi, albergatori, pasticceri, gelatieri, ristoratori e proprietari di sale da ballo e locali di intrattenimento da Cuneo e dai maggiori centri della provincia (Alba, Bra, Fossano, Mondovì, Saluzzo, Savigliano), ma anche da centri minori come Carrù e Cavallermaggiore.
“Quella che abbiamo volute mettere in atto, è stata una protesta responsabile e civile – spiega il presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia della provincia di Cuneo, Luca Chiapella -. Siamo consapevoli della gravità della situazione sanitaria generale e crediamo che la soluzione non sia alzare la voce per ottenere qualcosa gridando più forte degli altri. Questa mattina alcuni sono venuti vestiti con la divisa da lavoro, altri di scuro con gli attrezzi del mestiere posati per terra, gli altri sfoggiando bandiere e cartelli su cui campeggiava la scritta #confcommerciocè. Non c’era rassegnazione nei loro sguardi, neppure rabbia, solo realismo e preoccupazione. La situazione è semplice. Con gli ultimi provvedimenti presi da Governo per contrastare la diffusione del Covid, il mondo dei locali e della ristorazione, forse più di altri mondi, non è in grado di lavorare e quindi è destinato a scomparire. Alcuni se ne sono già andati con il primo lock-down, la maggior parte dei rimanenti altri lo farà a breve. Servono aiuti mirati per chi sta già per tirare giù la serranda per sempre, ma serve anche una revisione delle ultime misure che, senza stravolgerne l’efficacia, consentano di poter lavorare a chi a fatica si è messo in regola per rispettare i protocolli. I provvedimenti generalizzati forse sono più semplici ma non accontentano nessuno, a seconda della tipologia di attività le situazioni sono anche molto differenti. Infine, serve un grande senso di responsabilità da parte del Governo per scongiurare in tutti i modi il rischio di un secondo lock-down, perché sarebbe l’ultimo”.
Le richieste accorate evidenziate dal presidente provinciale di Confcommercio sono state sostenute dagli esercenti e dai dirigenti partecipanti, tra i quali i rappresentanti delle categorie più colpite intervenuti al flash-mob:Giorgio Chiesa, presidente Associazione Albergatori Esercenti Operatori Turistici della provincia di Cuneo; Carlo Comino, presidente provinciale Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) della provincia di Cuneo; Federica Toselli, presidente provinciale Silb (Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo) della provincia di Cuneo; Massimo Camia, presidente Associazione Cuochi Provincia Granda.