Le imprese del vino associate a Confagricoltura si dicono soddisfatte per la richiesta presentata all’Ue dall’Italia e da altri dodici Stati membri affinché mobiliti fondi europei straordinari, per gestire la difficile situazione del settore vitivinicolo. La proposta è stata discussa nel corso della sessione del Consiglio Agricoltura della UE. A livello regionale, invece, Confagricoltura guarda con attenzione all’andamento dei consumi che, a causa delle ripetute chiusure del canale Ho.Re.Ca., si sono spostati dalla ristorazione alla Grande Distribuzione Organizzata, consentendo così una sostanziale tenuta dei volumi, ma con conseguenti ripercussioni sulla valorizzazione dei vini piemontesi, in particolare sulle denominazioni più pregiate.
“Come a livello nazionale, anche in Piemonte la situazione varia da zona a zona, in base alle denominazioni e alle peculiarità specifiche del comparto – dichiara Gianluca Demaria, presidente della sezione vitivinicola regionale di Confagricoltura e della sezione Vini Rossi di Confagricoltura Cuneo -. Per questo chiediamo che alle aziende del settore venga data la possibilità di attingere ad un ventaglio ampio di misure di sostegno, così da rispondere ad esigenze sovente differenti a seconda delle imprese. Ciò che è fondamentale, però, è la tempestività con cui devono essere introdotte: vanno messe in atto da subito senza perdere ulteriore tempo, ogni ritardo potrebbe minare, infatti, l’efficacia degli aiuti previsti. Gli interventi emergenziali vanno quindi rimodulati per assicurarne una miglior fruizione, aumentando i contributi per la distillazione, rendendo più snelle e incentivanti le operazioni per la riduzione della resa in vigneto e aprendo l’intervento per lo stoccaggio anche ai vini imbottigliati”.
In questo scenario fanno tuttavia ben sperare le note tutto sommato positive che giungono da Moscato d’Asti e Asti Spumante, che nel corso del 2020 hanno migliorato la commercializzazione, così come dai vini Barbera, che godono di un favorevole periodo di mercato con buone richieste e prezzi interessanti. “Per i vini di Langa in particolare per quelli a lungo invecchiamento, si registrano cali di vendite, ma complessivamente il comparto manifesta una discreta tenuta”, sottolinea ancora Demaria.
Ritornando nuovamente a livello europeo, tuttavia, i dati disponibili indicano che le giacenze di vini sono sensibilmente aumentate rispetto all’inizio dello scorso anno e, secondo le cifre del Ministero delle Politiche Agricole, alla fine dello scorso mese di gennaio in Italia le giacenze di vino si sono attestate a 61 milioni di ettolitri, con un aumento del 3,6% sul 2020. “Senza fondi aggiuntivi dell’Unione – ha rimarcato il presidente nazionale Massimiliano Giansanti – sarà difficile, per non dire impossibile, varare con risorse adeguate le misure idonee a tonificare il mercato e le quotazioni. Ci aspettiamo dalla Commissione europea una valutazione sulla situazione dei mercati agricoli in ambito europeo, a seguito degli ulteriori interventi di contenimento resi necessari dall’evoluzione della pandemia”.