Aziende di Confagricoltura impegnate nel rilancio del peperone “Cuneo”
Si stima che nel cuneese l’ecotipo “Cuneo” sia coltivato in 250 aziende con appezzamenti di dimensioni comprese tra 300 mq e 2 ettari, per una superficie complessiva di 150 ettari. Le caratteristiche delle bacche del peperone “Cuneo” lo rendono particolarmente adatto sia per il consumo fresco che per la trasformazione industriale.
Il progetto, della durata di tre anni, è stato avviato nel 2017 con la realizzazione di attività di sperimentazione in pieno campo sia presso il Centro Sperimentale Orticolo dell’Agrion, sia presso le tre aziende produttrici. Ciò allo scopo di: valutare l’effetto di stress idrico e termico sulla qualità e quantità della produzione di bacche di peperone “Cuneo”; fornire materiale vegetale al DISAFA, Genetica agraria per condurre analisi; contribuire a verificare se le tipologie di peperone “Cuneo” in coltivazione sul territorio corrispondono all’ideotipo di peperone “Cuneo” e selezionare i genotipi migliori da cui prelevare il seme.
“Valutiamo la linea presente in azienda, mettendola a confronto con il seme della stessa cultivar Cuneo selezionato dall’Agrion, per vedere quale delle due risponde meglio a seconda di parametri ben precisi – spiegano i tecnici di Confagricoltura Cuneo coinvolti nel progetto -. Tutti i frutti maturi vengono raccolti, pesati, misurati e calibrati. Oltre a questo si valutano anche le caratteristiche organolettiche e sensoriali, tra cui la piccantezza, e la caratterizzazione dei frutti (forma, pezzatura e colore). Questi dati sono riportati in schede e successivamente elaborati per capire quale delle due linee di peperone Cuneo sia più produttiva e di qualità. Ma questa è soltanto una delle fasi in campo di questo progetto triennale, fondamentale inoltre è anche tutto il lavoro effettuato presso i laboratori del DISAFA – Genetica agraria, così come importante è il ruolo di Agrion, che valuta la risposta delle linee selezionate agli stress di tipo abiotico (termico e idrico) e molto altro”.
Grazie alle conoscenze acquisite sarà possibile dunque identificare e selezionare linee produttive caratterizzate da elevati standard di qualità e quantità della produzione, contribuendo alla sostenibilità ambientale delle produzioni. Inoltre, verranno sviluppate tecniche di analisi molecolare che consentiranno la tracciabilità di ciascun ecotipo e dei relativi prodotti trasformati lungo la filiera produttiva, a salvaguardia del produttore e del consumatore.
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