La giuria internazionale del Premio “Res Publica”, attribuito ogni anno a singoli e associazioni che prodigano capacità e risorse a favore del bene comune, ha individuato il terzo soggetto di fama mondiale meritevole del riconoscimento. Si tratta dell’immunologo statunitense Anthony Fauci, da 36 anni direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) di Washington DC. Fauci ottiene il premio alla “mobilitazione contro il Covid-19” assegnato a chi si distingue per l’impegno collettivo contro la pandemia. Il quarto e ultimo premiato, a “l’arte contro il Covid-19”, sarà comunicato dall’associazione “Buon Governo e Senso Civico” durante la consegna dei riconoscimenti, in programma a Mondovì. Alla luce delle recenti disposizioni in materia di prevenzione, contenute nel Dpcm dello scorso 18 ottobre, l’evento in presenza è stato sostituito con un evento streaming al quale si potrà accedere sabato 31 ottobre a partire dalle ore 15 collegandosi al sito www.premiorespublica.it e su vari canali social. Dagli stessi sarà possibile assistere, tra l’altro, anche alla consegna del Premio ad Anthony Fauci, che avverrà nella residenza dell’Ambasciatore d’Italia negli Usa, Armando Varricchio, alla presenza di autorità e media.
Anthony Fauci, immunologo ottantenne di origine italiana, è un professionista impegnato nella protezione della sanità, con un acuto senso di responsabilità civica. Medico, scienziato, educatore e amministratore è consulente di governi, tutore della salute pubblica e sostenitore dei valori condivisi.
“La giuria è lieta di assegnare a Fauci il Premio Res Publica in quanto egli è simbolo dei principi fondamentali della res publica – dicono gli organizzatori -. La formazione intellettuale e la chiarezza di pensiero lo rendono un grande comunicatore, capace di fornire valutazioni realistiche e rassicuranti. Consigli rispettati perché informati, affidabili perché onesti. Conoscenza e onestà sono due requisiti della mobilitazione civica odierna contro la pandemia. Sono altresì i due requisiti della personalità di Anthony Fauci. Di lui, la giuria di Res Publica particolarmente apprezza l’incoraggiamento ai giovani affinché si trasformino in “antagonisti al virus, piuttosto che in suoi emissari”. Nell’attribuire il premio, la giuria sottolinea anche l’opinione del dottor Fauci sul vaccino Covid-19, che a suo avviso deve essere “reperibile ovunque, a prezzo ragionevole, per proteggere soprattutto le persone vulnerabili”.
La Giuria del Premio condivide questa visione razionale e umana sul vaccino contro il Covid-19. La lunga esperienza di Fauci con pandemie anteriori (HIV, Sars, Ebola tra esse) lo ha reso un attivista a difesa della salute pubblica, piuttosto che uno scienziato convenzionale. Ha sviluppato un rapporto particolare con le persone infettate dal virus, acquisendo la loro fiducia, spingendole a partecipare a studi clinici e a terapia sperimentale. “Fauci è un attivista della mobilitazione. Affrontare le esigenze dei pazienti e della società in generale, in un approccio inclusivo e umanitario alla salute è una rivoluzione nell’assistenza sanitaria a livello mondiale – aggiungono gli organizzatori -. È un altro motivo apprezzato dalla giuria di Res Publica”. L’assegnazione del Premio ad Antony Fauci fa seguito a quelli già attributi all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e all’Istituto Spallanzani di Roma, rispettivamente “alla terapia contro il Covid-19” e “alla ricerca sul Covid-19”.
Sabato 31 la consegna dei riconoscimenti si aprirà con la lectio magistralis di Carmelo Salleo della Banca Centrale Europea (BCE), sul tema “Come rimediare ai costi socio-economici della pandemia?” e sarà intervallata da testimonianze di persone colpite dal virus e da episodi musicali del giovane flautista Riccardo Baudissone. È previsto un documentario sulle attività di ogni premiato, preceduto dalla lettura delle motivazioni e seguito dalla dichiarazione di accettazione del Premio. Nel corso dell’evento web, inoltre, saranno proiettati episodi del docufilm “A Viso Aperto” (Italia, 2020) del regista Ambrogio Crespi, filmato nelle zone più colpite durante l’emergenza sanitaria tra febbraio e maggio. Il film documenta l’eroico sacrificio del personale sanitario in una visione che commuove: la protezione del bene comune più importante, la salute, garantita fino al massimo sacrificio personale.