Contrasto della pandemia e difesa del tessuto produttivo per farlo giungere “vivo” e reattivo fino al momento della ripartenza. Sono queste le principali richieste, raccolte in un documento consegnato poi al Prefetto Fabrizia Triolo, che sono state avanzate dalla Confcommercio Imprese per l’Italia della provincia di Cuneo in occasione della manifestazione organizzata dall’associazione di categoria in collaborazione con FIPE (Federazione italiana pubblici esercizi) Confcommercio questa mattina – martedì 13 aprile, ndr – in via Roma a Cuneo. Un pacifico ma “rumoroso” flash-mob di protesta e di riflessione sulle conseguenze del prolungato periodo di chiusure imposto dal Governo, al quale hanno preso parte circa 200 operatori e dirigenti – numero contingentato nel rispetto delle norme anti Covid – provenienti dalle principali località della Granda (Alba, Bra, Fossano, Mondovì, Saluzzo, Savigliano), ma anche da Carrù, Ceva e Dogliani, in rappresentanza di ben 18 categorie provinciali. L’iniziativa si è tenuta in contemporanea in diversi centri d’Italia in occasione dell’assemblea straordinaria della Fipe svoltasi in piazza a Roma, momento visibile in streaming anche da Cuneo grazie ad un maxischermo.
“Il Futuro non (si) chiude’ non è solo il claim scelto da Confcommercio per questa manifestazione, ma è anche un grido d’allarme per la drammatica situazione che le imprese stanno vivendo – spiega il presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia della provincia di Cuneo, Luca Chiapella -. Il terziario è un settore strategico per numeri, imprese e lavoratori coinvolti e coinvolge attività che esprimono quell’economia della socialità che è tratto distintivo del Made in Italy. Riportare alla normalità e mantenere vitale questo mondo di imprese significa dare una prospettiva diversa e migliore al Paese”. Sulle due priorità messe in luce dalla Confcommercio provinciale per uscire il prima possibile dal tunnel del Covid 19 e salvare le imprese, è stato evidenziato come occorra accelerare il più possibile i tempi della campagna vaccinale evitando però l’adozione di strategie di contrasto dell’epidemia incentrate su lockdown e limitazione di circolazione, economicamente e socialmente insostenibili. Per Confcommercio è fondamentale poter riaprire e lavorare, rispettando regole e protocolli di sicurezza. Quanto alla seconda priorità, l’associazione chiede ristori più adeguati in termini di risorse, più inclusivi in termini di parametri d’accesso e più tempestivi. “Ma servono anche interventi per ridurre o azzerare la pressione di imposte e tributi locali nei confronti delle imprese rimaste chiuse o penalizzate dai vari lockdown – aggiunge Chiapella – mentre sul versante degli ammortizzatori sociali occorre una riforma strutturale di questo strumento e un’ampia proroga della cassa Covid19”.
“Sono passati 13 mesi da quando siamo piombati nel primo lockdown e poche cose sono cambiate – aggiunge Carlo Comino, referente Fipe per la provincia di Cuneo -. Zero programmazione, poca prospettiva ma tanta consapevolezza che questa situazione non si può risolvere in quindici giorni, a differenza di cosa potevano credere i più ottimisti lo scorso anno. Dobbiamo sapere quando potremo ripartire, ci devono dare le regole con cui dovremo lavorare quest’estate e di conseguenza organizzarci, programmare la stagione, cercare i clienti sapendo offrire loro i migliori servizi senza farli scappare dal mercato italiano, consegnandoli ai mercati esteri. Infine, urgono sostegni veri per poter ripartire, per poter investire nelle nostre aziende ed essere competitivi sul mercato”.
“Un comparto, il nostro, colpito in pieno dalla pandemia – conclude Giorgio Chiesa, presidente protempore Associazione Albergatori ed Esercenti Turistici di Cuneo e Provincia, settore che rappresenta più del 15% delle imprese cuneesi -. In 13 mesi abbiamo assistito a girandole di colori, chiusure improvvise e aperture annunciate. Ci siamo adeguati alle normative e ai protocolli, ma abbiamo anche subito pesantemente i vari blocchi. Siamo per la legalità il cui rispetto fa rima con credibilità. Abiuriamo la violenza e le sue forme prepotenti, ma chiediamo rispetto e con ciò un piano di vaccinazione serio, preciso ed efficiente, che consenta la tutela della sanità di ciascuno a fronte di una riapertura seppur graduale. Ci impegniamo nel rispetto dei protocolli e prendiamo le distanze da furberie varie. Le elemosine dei cosiddetti ristori non bastano, la cassa integrazione aiuta le imprese, ma è necessario che i cassaintegrati ricevano il sussidio. Serve una politica di aiuti di Stato che azzeri per tutto il 2021, e se necessario per il 2022, tasse come Tari, Cosap, IMU, Siae, canone Rai ecc. Gli esercenti hanno bisogno di liquidità, chiediamo l’estensione delle moratorie e le garanzie statali conseguenti. Abbiamo voglia di normalità, di certezze e di futuro”.
All’evento cuneese hanno preso parte le categorie provinciali FIPE (Federazione italiana pubblici esercizi), FIVA (Federazione Italiana Venditori Ambulanti), FIMAA (Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari), ACMA (Associazione Commercianti Macchine Agricole), FEDERMOBILI (Federazione Nazionale Negozi di Arredamento), FIGISC (Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti), FNAARC (Federazione Nazionale Associazioni Agenti e Rappresentanti di Commercio), FEDERPREZIOSI (Federazione Nazionale delle Imprese Orafe Gioielliere Argentiere ed Orologiaie), FEDERCARNI (Federazione Nazionale Macellai), FAITA-FederCamping (Federazione delle Associazioni Italiane dei Complessi Turistico-Ricettivi all’Aria Aperta), SILB-FIPE (Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento di Ballo e di Spettacolo), ASSOPTO PROVINCIA DI CUNEO (Associazione Ottici Optometristi), FEDERFIORI (Federazione Nazionale dei fioristi italiani), ALI (Associazione Librai Italiani), FEDERAZIONE MODA ITALIA (Federazione Nazionale Commercianti Moda al dettaglio e all’ingrosso), SNAG (Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai), FEDERALBERGHI (Federazione delle Associazioni Italiane Alberghi e Turismo), ASSOCIAZIONE CUOCHI PROVINCIA GRANDA.