In occasione dello sciopero del settore tessile-abbigliamento del 13 gennaio 2017, Confindustria Cuneo ha rilevato un dato medio di adesione, su un campione significativo di aziende associate, del 20%. Non si può certo parlare di alta partecipazione, così come dichiarato dalle organizzazioni sindacali e riportato negli organi di stampa. A Confindustria Cuneo preme puntualizzare che solo le imprese possono disporre di tutti gli elementi utili per un’analisi precisa e non meramente approssimativa dell’entità dell’astensione dal lavoro.
“Non posso che associarmi – ha dichiarato il presidente della Sezione Tessile-Abbigliamento di Confindustria Cuneo, Luca Burlò – all’appello che Claudio Marenzi, presidente di Sistema Moda Italia, ha fatto alla parte sindacale di seguire i datori di lavoro e fare squadra insieme per il futuro del settore. Ci sono molte aziende in difficoltà nel nostro comparto e, in questo contesto, gli aspetti di carattere salariale vanno gestiti in modo assolutamente oculato. Non si può chiedere di distribuire ricchezza a chi non è nelle condizioni di farlo perché rischia di dovere cessare l’attività. In tale situazione l’unico meccanismo accettabile è quello, già adottato nel settore metalmeccanico in occasione del recente rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, che prevede il riconoscimento degli aumenti salariali, ex post, sulla base dell’andamento inflattivo rilevato. Chiediamo alle organizzazioni sindacali maggiore senso di responsabilità per la condivisione di soluzioni che consentano alle nostre aziende di poter rimanere sul mercato ed essere realmente competitive”.