La nuova sanità nasce dal dialogo tra pubblico e privato
“Dopo anni in cui, soprattutto a livello regionale, il confronto tra sanità pubblica e privata non è stato facile, mi ha fatto molto piacere sentire l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, parlare di nuova apertura al dialogo e nuova fase di collaborazione – commenta il presidente della Sezione Sanità di Confindustria Cuneo, Paolo Spolaore -. Credo fermamente che il dialogo sia l’unica strada da percorrere per non perdere di vista il bene comune e che sia ormai giunta l’ora di lasciarsi alle spalle una conflittualità che non ci appartiene, perché i problemi non si risolvono ricorrendo alla giustizia, ma sedendosi intorno ad un tavolo per analizzare la situazione e trovare insieme soluzioni condivise ai problemi comuni”.
“Ieri il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – continua -, ha riconosciuto come spesso la sanità privata abbia fatto la differenza laddove quella pubblica non poteva arrivare, ora dobbiamo lavorare insieme perché la sanità territoriale non sia più percepita una cenerentola nei confronti dell’eccellenza rappresentata dalla sanità dell’acuzia, ma abbia pari dignità e venga considerata una componente fondamentale del sistema sanitario nel suo complesso. Allo stesso modo la sanità privata deve diventare un interlocutore alla pari della sanità pubblica, senza diffidenze o pregiudizi di sorta, perché solo così sarà possibile concertare insieme un percorso che porti ad una reale e concreta integrazione tra pubblico e privato, senza doppioni”.
“Oggi il carico dell’assistenza sanitaria si è spostato dall’istituzione alla famiglia, con la differenza che siamo passati da un modello di famiglia patriarcale a quello mononucleare – conclude -. Come ha ben sottolineato il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie locale con delega alle Politiche per la Famiglia, Enrico Costa, è qui che dobbiamo intervenire, dando importanza e riconoscendo la centralità della famiglia, aiutandola prima che quell’ampia fascia di popolazione anziana oggi ancora autosufficiente perda la sua autonomia e indipendenza”.