L’11 novembre è calato il sipario su un’annata difficile per cerealicoltura, zootecnia da latte e apicoltura, ma ottima per l’uva da vino e la frutta. Confagricoltura: “Mancano politiche in grado di stimolare la crescita del settore. I giovani faticano a inserirsi. Si accumulano i problemi irrisolti: dalla burocrazia al proliferare della fauna selvatica, fino al PSR che lascia profondamente insoddisfatte le imprese agricole piemontesi”. Sul sito www.confagricolturacuneo.it l’andamento completo, comparto per comparto, presentato qualche giorno fa da Confagricoltura a Torino.
L’agricoltura è ancora lontana dalla ripresa. Il settore primario, più di altri, soffre per il perdurare di un contesto generale ancora incerto, con politiche poco orientate a dare maggiore competitività alle imprese. A livello regionale il PSR, come è emerso anche dalla massiccia partecipazione alla manifestazione organizzata da Confagricoltura Piemonte il 4 novembre a Torino, ha generato profonda insoddisfazione tra gli agricoltori, in gran parte esclusi dai finanziamenti erogati dall’Europa a favore di un’agricoltura moderna, attenta all’ambiente e alla sostenibilità, capace di stare sui mercati nazionali e internazionali.
“Detto che la mancanza di una pianificazione lungimirante e di azioni rapide ed efficaci, contribuisce a mantenere in stallo il settore e a non agevolare in ricambio generazionale – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo -, il settore deve continuare a guardare con attenzione alle innovazioni e alle possibilità che è in grado di garantire la ricerca scientifica e tecnologica per non perdere le opportunità che si possono presentare in un mondo in costante evoluzione”. Le imprese agricole registrate in Piemonte sono 54.960 (fonte: InfoCamere, ottobre 2016), ma lo scorso anno, nello stesso periodo, erano 55.097. I giovani agricoltori under 35, invece, lo scorso anno erano il 6,6% in Italia e il 5,9% in Piemonte. “Le misure del PSR dedicate dovrebbero favorire il rilancio dell’imprenditoria giovanile agricola, ma l’impostazione che ha scelto la Regione non va nella direzione giusta”, conclude Allasia.