“L’anticipo del divieto di abbruciamenti imposto dalla Regione Piemonte mette in difficoltà i nostri agricoltori e, in particolare, i corilicoltori cuneesi che coltivano il 61% degli ettari di noccioleti in Piemonte – denuncia Aldo Gavuzzo, presidente della sezione Frutta in guscio di Confagricoltura Cuneo -. I temporali di una certa intensità, le grandinate e, in ultimo, anche la siccità hanno obbligato i corilicoltori ad intervenire fortemente nelle potature, con un conseguente alto numero di residui colturali che ora non sanno come smaltire”. Anche Confagricoltura Cuneo si è unita al coro di proteste avanzato in una lettera da Confagricoltura Piemonte in merito alle disposizioni straordinarie in materia di tutela della qualità dell’aria che prevedono, per tutto il Piemonte, l’anticipo al 15 settembre e il prolungamento al 15 aprile del divieto di abbruciamento.
La lettera, inviata all’attenzione degli assessori regionali Matteo Marnati (Ambiente, Energia e Innovazione) e Marco Protopapa (Agricoltura), invita la Regione a rivedere con urgenza le disposizioni anche alla luce di una recente normativa nazionale che introduce la possibilità di effettuare raggruppamento e abbruciamento in piccoli cumuli e in quantità giornaliere non superiori a tre metri steri per ettaro di materiali vegetali, nel periodo compreso tra l’inizio di marzo e la fine di ottobre di ogni anno.
“Le temperature relativamente elevate e la scarsità di precipitazioni di questo periodo hanno prolungato in modo anomalo la fase vegetativa di alcune colture, tra cui il nocciolo. Questo ha ritardato, di conseguenza, le operazioni colturali legate alla raccolta e ad essa conseguenti – spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte -. In questo momento, quindi, i corilicoltori si trovano ad accumulare e dover gestire notevoli quantità di residui colturali, che negli anni precedenti potevano bruciare prima della data di entrata in vigore del divieto, ma che oggi non possono smaltire in modo economicamente sostenibile, rischiando anche complicazioni dal punto di vista fitosanitario. Nella stessa situazione anche i castanicoltori, per cui già a metà settembre il consigliere Paolo Demarchi ha avanzato una richiesta simile alla Giunta Regionale chiedendo di valutare un posticipo del termine temporale di divieto e di concordare con le associazioni di categoria e i comuni interessati il nuovo periodo di divieto, per consentire il corretto svolgersi dei lavori agricoli”.