“Dai dati illustrati solo qualche giorno fa durante il nostro convegno a Cavallermaggiore è sempre più evidente l’urgenza di agire con la massima celerità per scongiurare un ampliamento della ‘zona rossa’ di restrizione per contenere la Peste Suina Africana; se ciò dovesse accadere sarebbero gravissime le ripercussioni su tutto il comparto suinicolo piemontese e, di conseguenza, sull’economia di intere aree della nostra regione, a partire dalla provincia di Cuneo, con inevitabili ricadute in termini occupazionali. Ribadiamo, quindi, la necessità di un Tavolo regionale permanente per discutere delle questioni connesse alla PSA”. Il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, torna ad esprimere la preoccupazione sua e delle oltre 900 aziende suinicole della Granda che da quasi un anno si trovano a lavorare sospese tra l’incertezza e il timore che la situazione possa aggravarsi da un momento all’altro.
“Ciò che continua a mancare è una decisa accelerazione sul piano di abbattimenti dei cinghiali che rispetto alle annunciate previsioni di almeno 50mila capi abbattuti in un anno, ad oggi è fermo a circa 13.500. Può sembrare addirittura superfluo commentare questi numeri dicendo che sono ben lontani dal risultato immaginato. Ecco perché ci viene il dubbio che, in generale, non si abbia la consapevolezza reale della gravità della situazione e del rischio che l’intero sistema economico piemontese sta correndo – rimarca Allasia –. Ad oggi il danno provocato dalla PSA è di 20 milioni di euro al mese per via della chiusura totale o parziale ai nostri prodotti da parte di molti mercati del mondo, cifra questa che potrebbe decuplicare se l’area infetta dovesse estendersi o peggio il virus dovesse entrare in qualche allevamento”.
Nel frattempo, fino al 31 gennaio prossimo è attivo il bando “Biosicurezza – mis. 5.1.1” del PSR con cui la Regione Piemonte mette a disposizione 5,4 milioni di euro per sostenere le imprese agricole che attuano investimenti per prevenire il contatto tra i suini allevati e il virus della PSA, aumentando la biosicurezza negli allevamenti piemontesi. Si arriva a finanziare l’80% dei costi sostenuti, per un contributo massimo per domanda ammessa di 100mila euro. “Apprezziamo lo sforzo con cui la Regione ha deciso di aiutare le aziende ad incrementare misure fondamentali per difendersi dal virus e invitiamo gli allevatori interessati a presentare istanza, ma allo stesso tempo sappiamo che le accortezze in termini di biosicurezza da sole non bastano per rallentare un’emergenza di portata nazionale e che, come tale, va gestita dotando il territorio delle necessarie risorse” continua ancora Allasia.
Fino al 31 gennaio, infine, l’attività venatoria potrà proseguire con la caccia numerica selettiva, per i CA e gli ATC che l’hanno adottata: “Ci auguriamo che questa forma di controllo venatorio, attribuito a squadre su un determinato territorio, serva a ridurre il numero di cinghiali presenti ormai in ogni area della nostra provincia – conclude Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. Confidiamo nella sensibilità dei cacciatori e di chi gestisce le squadre affinché vadano incontro alle esigenze del mondo agricolo e allevatoriale, ricordando loro che con un solo caso di PSA anche l’attività venatoria sarebbe preclusa”.