“Siamo molto preoccupati per le segnalazioni che ci giungono da numerose aziende del comparto frutticolo in merito alla difficoltà di sottoscrivere nuove polizze per la gestione del rischio, in quanto le compagnie assicurative si rifiutano di proporre le loro coperture alle aziende del comparto, in particolare a chi coltiva drupacee e kiwi ma con scarsa disponibilità anche sulle altre specie e comunque con costi in deciso aumento. Non è questo il modo di sostenere un settore già in evidente difficoltà a causa delle gelate eccezionali dello scorso anno, dei costi di produzione in aumento e di dinamiche di mercato ancora decisamente incerte”. Il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, lancia il grido di allarme per una situazione che se non trova rapidamente una soluzione rischia di generare il caos tra le imprese impegnate nella coltivazione dei frutteti. E la preoccupazione tra le aziende della frutta aumenta giorno dopo giorno, anche considerato l’andamento climatico decisamente mite, oltre che siccitoso, di questo inverno che sta iniziando ad avere conseguenze sulle piante con fioriture anticipate, esponendo pericolosamente i frutteti al rischio di danni da eventuali gelate tardive.
“Quanto sta avvenendo è piuttosto grave e avrà delle ricadute anche sulla sostenibilità economica dei consorzi Condifesa, che come gli agricoltori si sono già fatti carico in questi anni dei pesanti ritardi legati ai trasferimenti dei fondi da parte dello Stato e potrebbero trovarsi presto in difficoltà – prosegue Michele Ponso, presidente della FNP Frutticoltura di Confagricoltura -. Inoltre sta venendo meno il principio per cui negli anni sono state incentivate le aziende ad assicurarsi per mettersi al riparo da fenomeni meteorologici, ormai sempre più violenti e imprevisti a causa dei cambiamenti climatici.
Anche gli ultimi orientamenti dell’Unione Europea sul tema vanno proprio in questa direzione, considerato che la nuova PAC destina alla gestione del rischio il 3% dell’intero budget italiano, con strumenti come i fondi mutualistici, ad esempio, nati proprio per assicurare il comparto primario dai danni dei cambiamenti climatici. “La buona notizia è che con la PAC i versamenti ai fondi possono essere cofinanziati fino al 70%: ciò rende il tutto decisamente più interessante per il comparto agricolo, ma occorre che tutti facciano la loro parte, compagnie assicurative in primis”, conclude Allasia.
Il settore conta circa 8.000 aziende in Piemonte, oltre il 60% delle quali in provincia di Cuneo, per una superficie coltivata di circa 18.500 ettari e un fatturato che supera i 500 milioni di euro su un totale nazionale di 4 miliardi.