“Bisogna evitare che indicazioni prese a tavolino vadano ad incidere in maniera pesante sui bilanci delle aziende agricole, zootecniche in particolare, già provate da un periodo tutt’altro che semplice. Siamo infatti di fronte a misure che non tengono conto della necessaria sostenibilità economica degli interventi previsti, come indicato peraltro dalle norme ambientali dell’Ue”. La Confagricoltura di Cuneo auspica un’analisi più approfondita delle “Linee guida per la riduzione delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività agricole e zootecniche nell’ambito del Bacino Padano”, raccolte e presentate dal ministero delle Politiche agricole e forestali come previsto dall’accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nelle zone del Bacino Padano del 2013.
Il tema, che vede Confagricoltura in prima linea, è stato al centro di un incontro organizzato dall’associazione a Bologna, lo scorso 3 maggio, al quale ha preso parte il presidente della sezione avicola di Confagricoltura Cuneo, Oreste Massimino: “Serve un’attenta valutazione degli impatti economici che si avranno sulle aziende zootecniche con quanto previsto dal ministero – dice –; per questo, oltre a costituire un gruppo di lavoro che monitorerà attentamente l’evolversi della questione, si è deciso di affidare al CRPA (Centro Ricerche Produzioni Animali) l’elaborazione di uno studio volto a valutare la fattibilità tecnica ed economica delle misure di contenimento delle escrezioni e delle emissioni di azoto di cui si parla nelle ‘Linee guida’ per le diverse tipologie di allevamento presenti nel Bacino Padano. A livello regionale, inoltre, sarà importante mantenere alto il livello di attenzione fin da subito, dato che saranno proprio le Regioni a dover tradurre in misure concrete i principi generali definiti dalle Linee guida”.
Confagricoltura, quindi, pur assicurando la disponibilità ad adottare misure per il risanamento della qualità dell’aria, come chiesto dall’Ue per ridurre le emissioni in atmosfera, ritiene necessaria un’attenta analisi della “sostenibilità economica di quanto si andrà a proporre”, cioè norme che imporrebbero agli agricoltori e allevatori nuove tecniche per l’utilizzo sia dei concimi chimici che degli effluenti zootecnici, nonché l’applicazione obbligatoria di costosi “miglioramenti strutturali” da realizzare negli allevamenti.
“Non è pensabile, ancor più in questo momento, chiedere alle imprese agricole ulteriori sforzi economici e investimenti strutturali dal costo difficilmente sostenibile – dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. Come ha detto bene il nostro presidente nazionale Mario Guidi qualche settimana fa a Cavallermaggiore proprio facendo riferimento alle emissioni in atmosfera, è inutile richiamare gli agricoltori italiani ad una maggior competizione con gli altri prodotti europei se poi si trovano a lavorare in un contesto di norme e leggi assurde, impossibili da applicare, se non con costi che porterebbero alla chiusura delle aziende con conseguenze drammatiche su tutte le filiere e gli indotti”.