Sono numerosi i Comuni e le Unioni Montane della provincia di Cuneo che in queste settimane stanno rispondendo positivamente all’iniziativa lanciata dalla Confagricoltura che ha inviato alle amministrazioni locali una bozza di ordine del giorno da presentare e far approvare dai rispettivi Consigli in cui si chiede di provvedere ad una serie di adempimenti per limitare i danni provocati dai selvatici, cinghiali in particolare, che in trent’anni sono cresciuti di oltre il 400%. Risultato della mancata gestione delle popolazioni faunistiche secondo la Confagricoltura.
La sovrappopolazione degli ungulati continua ad essere un problema enorme per gli agricoltori, per la fauna minore, per il territorio, per l’ambiente e per la sicurezza anche dei cittadini. Lo sottolinea l’organizzazione degli imprenditori agricoli che sollecita interventi risolutivi. “Purtroppo, quando ci sono gli incidenti mortali aumenta l’attenzione, così come quando gli agricoltori protestano per i danni subiti, quando la biodiversità, la salute, la sicurezza sono in pericolo – rileva Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – ma mancano azioni risolutive. Una cosa è certa: il problema esiste e va affrontato e risolto. Chi dovrebbe agire, oltre ad essere inerte, si nasconde colpevolmente”.
Confagricoltura Piemonte sottolinea che abbiamo una normativa superata che affida la gestione della selvaggina al mondo venatorio, che ha ormai messo in evidenza tutti i suoi limiti. Estraniare gli agricoltori, che ospitano la selvaggina sui loro territori, dalla sua gestione, si è rivelato un errore grandissimo.
Le tante inerzie derivanti da una legislazione nazionale che demanda alle Regioni il compito di governare la materia e di intervenire e correggere le storture, hanno prodotto una situazione inaccettabile. “Dobbiamo uscire dalla sterile fase della contrapposizione tra mondo venatorio e mondo ambientalista – dichiara Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – acquisendo tutti la consapevolezza che il problema della gestione della fauna va affrontato anche con misure che prevedano il riequilibrio delle presenze faunistiche sul territorio”.
Confagricoltura Piemonte, che come detto ha coinvolto nella battaglia le amministrazioni comunali di tutta la Regione, attive sul tema ormai quotidianamente con ordini del giorno e prese di posizione, chiede il monitoraggio obbligatorio su scala regionale e nazionale delle popolazioni di ungulati e l’avvio di azioni straordinarie di prelievo, superando tutte quelle previsioni normative che limitano gli interventi. “Siamo di fronte a una vera e propria emergenza – conclude Enrico Allasia – che richiede la collaborazione di tutti gli attori, agricoltori, cacciatori, selettori, e se serve anche delle forze dell’ordine e dell’esercito per dare una risposta immediata. Occorre infine prevedere adeguati indennizzi per i danni diretti e indiretti che subiscono le aziende agricole e snellire le procedure per la valutazione dei danni e del conseguente tempestivo ristoro”.